Dai primi passi e movimenti in autonomia, i piccoli iniziano a esplorare il mondo, a giocare con mamma e papà, ad andare a scuola e portare zaini.
Per bambini e ragazzi, tutti questi momenti di passaggio e crescita sono importanti dal punto di vista fisico, ma anche scheletrico e posturale. Di cosa preoccuparsi e cosa invece fa parte del naturale processo di sviluppo? Cosa consigliare ai genitori?
Con l’aiuto del dottor Alessio Giannuzzo, specialista ortopedico di MioDottore possiamo approfondire curiosità e dubbi (dai piedi piatti alla cifosi da smartphone).
Molti genitori accompagnano i primi passi dei bambini sollevandoli per le braccia: si tratta di un comportamento da evitare? Quali possono essere i danni per le articolazioni?
La pratica di afferrare un bambino infante dalle braccia per accompagnarlo nei primi passi è una metodica da evitare poiché si sollecitano soprattutto le articolazioni di polsi, gomiti e spalle.
Infatti, le strutture capsulo-legamentose di queste articolazioni sono ancora molto lasse e pertanto verrebbero sollecitate in modo eccessivo. Uno dei danni che più frequentemente si riscontra a seguito di tale pratica errata è la cosiddetta pronazione dolorosa, ossia la fuoriuscita del capitello radiale, osso del gomito, dalla sua normale sede.
Uno dei giochi preferiti dai bambini consiste nel fare l'"altalena", sollevati per le braccia da mamma e papà: ci sono accorgimenti particolari per praticare questo gioco in sicurezza? Esistono altri giochi "pericolosi" che è meglio fare con cautela?
Certamente il gioco dell’altalena, afferrando il piccolo per i polsi, è una pratica da evitare poiché sollecita in modo eccessivo le articolazioni dell’arto superiore.
Per eseguire questo gioco è consigliabile afferrare il bimbo dalle ascelle in modo da non sottoporre articolazioni di piccole e medie dimensioni a sollecitazioni con carichi di forza eccentrica che provocano stiramenti di legamenti, tendini, muscoli e capsule in articolazione ancora non mature.
Altro gioco da evitare è quello di lanciare in aria per poi afferrare tra le braccia il bambino, questo può provocare sollecitazioni anomale a carico delle articolazioni della colonna vertebrale e soprattutto del tratto cervicale e lombare. Inoltre, possono provocare traumi da concussione, a carico dell’encefalo e del midollo spinale.
Parliamo di neonati: una delle più comuni malformazioni delle ossa è il piede torto, in cosa consiste la terapia di correzione e che durata ha? Esiste il rischio di recidive o è un problema che si risolve in maniera definitiva senza lasciare conseguenze da adulti?
Il piede torto congenito è una delle patologie più frequenti nel neonato e consiste in un atteggiamento viziato del piede. La vera causa ancora oggi è sconosciuta e le teorie sono tante.
Nella gran parte dei casi, la terapia è conservativa, ossia non chirurgica, e consiste nella manipolazione con tecnica specialistica ortopedica a carico del piede e della caviglia coinvolti. Successivamente è necessario posizionare degli apparecchi gessati che verranno sostituiti settimanalmente od ogni 15 giorni in relazione alla crescita dell’infante. Sono rare le recidive e non lasciano alcun esito in età adulta.
Purtroppo le forme più gravi richiedono un trattamento chirurgico e possono lasciare dei residui che verranno corretti con interventi chirurgici ulteriori ad accrescimento completato.
Un altro problema che coinvolge i neonati è la displasia dell'anca: esiste qualche accorgimento da prendere già dai primissimi giorni di vita del neonato per ridurne il rischio? Portare spesso il bambino in fascia può essere d'aiuto?
Altro problema frequente che coinvolge il neonato è la displasia dell’anca, ossia la tendenza che la testa del femore ha nel migrare dalla cavità acetabolare
Portare il neonato in fascia e utilizzare il pannolino nell’età infantile favoriscono il giusto centramento della testa del femore nel acetabolo, nei soggetti maggiormente predisposti è opportuno usare il doppio pannolino.
Invece è da evitare l’uso del cosiddetto girello poiché le spinte date dal piccolo con le punte dei piedi iper sollecitano la testa del femore su una cavità acetabolare le cui cartilagini sono ancora “morbide”.
Primi passi: è vero che per favorire i movimenti è meglio che i bambini siano scalzi? In inverno meglio calze antiscivolo o babbucce? Quali sono invece le caratteristiche che deve avere una buona scarpa?
Camminare scalzi facilita la percezione che il bambino può avere con il pavimento e migliora lo sviluppo dell’equilibrio, è dunque consigliabile quando possibile.
È preferibile l’uso di calze antiscivolo perché garantiscono un miglior contatto con il terreno e viene favorita la cosiddetta propriocezione.
Nel caso in cui il bimbo debba indossare nei primi mesi di vita una scarpa, si suggerisce una tomaia rigida così da rendere più stabile l’articolazione della caviglia.
Capita a volte che i bambini si mettano a camminare in punta di piedi, magari da un giorno all'altro: c'è da preoccuparsi o è un problema che in genere si risolve spontaneamente? Se sì, entro quanto?
Camminare in punta di piedi è il segno di un compenso che il bambino attua nelle prime fasi della deambulazione per correggere l’eccessiva antiversione dell’anca, ossia attua questo accorgimento in modo inconsapevole al fine di garantire un adeguato sviluppo della testa del femore all’interno della cavità acetabolare garantendone il giusto centraggio.
Solitamente tale situazione si risolve in maniera spontanea e in poco tempo, nell’arco dei primi anni di vita.
Piedi piatti nel bambino: da che età è possibile riconoscere il problema? Quando è necessaria una visita dall'ortopedico e in cosa consiste la terapia?
Il piede piatto è l’assenza delle fisiologiche curve della pianta del piede; nei primi anni di vita è naturale e di solito si corregge durante la crescita del bimbo.
È necessario prestare attenzione a questo eventuale problema a partire dai 5 anni circa. Se la situazione non si risolve in autonomia, oggi si tende a correggere con un intervento chirurgico in day hospital, rapido e non doloroso: il piccolo potrà iniziare la sua normale attività quotidiana sin da subito.
Sempre più bambini manifestano problemi posturali: quali sono i principali "vizi di portamento" da tenere sotto controllo? Quando è necessaria una visita ortopedica?
I vizi di portamento sono legati a una vita sedentaria a cui spesso i giovani sono obbligati, pertanto è necessario che i ragazzi pratichino attività sportiva, evitino posizioni scorrette quando sono al pc o con il cellulare e che trasportino zaini molto pesanti.
È opportuno prevedere una visita ortopedica in età pre-adolescenziale, per intervenire su eventuali comportamenti posturali anomali.
Come deve essere una postura corretta? Dagli zaini al materasso, esistono degli accorgimenti di prevenzione da considerare sia a casa sia a scuola?
Affinché sia garantita una postura corretta occorre una distribuzione equilibrata dei carichi sulla colonna vertebrale e sugli arti, pertanto è necessario non caricare troppo gli zaini e utilizzare i cosiddetti materassi ergonomici.
Gli accorgimenti da tenere a mente sia a casa che a scuola sono: utilizzare sedie ergonomiche, limitare l'uso degli smartphone, non assumere posizioni viziate, tonificare adeguatamente i muscoli del tronco e degli arti e praticare sport.
Gli ortopedici hanno recentemente parlato di un allarme riguardo la "cifosi da smartphone", registrando un aumento dei casi del 700% nelle scuole medie. Quali possono essere i danni per una colonna vertebrale ancora in via di sviluppo? Quali gli accorgimenti per arginare il problema?
La cifosi da smartphone è uno dei problemi in rapida ascesa, poiché l’utilizzo del telefonino (sempre più per parecchie ore al giorno) comporta l’assunzione di una posizione non fisiologica della colonna cervicale, provocando sollecitazioni anomale sulla stessa.
Questo favorisce processi degenerativi a carico di tale tratto della colonna, per arginare il problema è consigliato ridurre l’utilizzo dello smartphone a un’ora al giorno.